Bibliotecaria, specialista in libri antichi. Curatrice di esposizioni culturali. Socia della Società Bibliografica Toscana. Risponsabile in Italia del progetto cileno-italiano “Pablo Neruda: 50 Anni del Premio Nobel per la Letteratura (1971-2021)”

Ha lavorato presso l’Accademia Albertina di Belle Arte di Torino, la Bilioteca provinciale di Filosofia Santo Tommaso d’Aquino e la Fondazione Luigi Firpo – Centro di Studi sul Pensiero Politico Onlus, a Torino.

Pablo Neruda ed Alberto Tallone: un’amicizia speciale

Neruda ammirava le edizioni di Tallone fin dagli anni Quaranta, quando, Console a Parigi, le vide per la prima volta esposte nelle vetrine librarie della capitale francese, prima sede della Casa Editrice piemontese. Il primo contatto tra il poeta esule cileno e l’editore italiano avvenne però soltanto nel 1962, quando Neruda gli affidò la raccolta inedita Sumario. Libro donde nace la lluvia. L’incontro, che diede vita anche ad una vera amicizia, ebbe luogo presso la sede italiana della casa editrice, da poco inaugurata ad Alpignano presso Torino, e fu reso memorabile dalla presenza di una locomotiva a vapore tutt’oggi presente nel giardino della Casa Editrice. Uno sbuffo di vapore si leva all’arrivo del poeta accompagnato da Matilde e, rende ancora più significativo questo incontro; il padre di Neruda era stato un impiegato ferroviario in Cile, quando la Compagnia delle Ferrovie dello Stato era una delle aziende più importanti e anche strategiche del paese più lungo del mondo. Per celebrare il cinquantesimo anniversario dell’assegnazione del Nobel a Pablo Neruda, la Casa Editrice Tallone ha da poco portato a termine un accurato restauro della locomotiva tanto amata dal Poeta.

Il primo testo nerudiano che viene stampato dal grande editore Tallone, in prima edizione, è un testo poetico, Sumario. Libro donde nace la lluvia, 1963, che verrà poi ristampato per l’Editorial Losada, Buenos Aires, nel giugno del 1964 e che appartiene alla Antologia poetica “Memorial de Isla Negra”. Nell’introduzione alla raccolta, Neruda esprime con queste parole l’ammirazione per la sapienza estetica dell’amico editore: “[…] Ora questo mazzo di ombra antartica deve disporsi nella bella tipografia e affidare la sua rozzezza a Tallone, rettore della suprema chiarità, quella dell’intelletto. Nelle solitudini che mi originarono, mai pensai di raggiungere tale onore e affido queste pagine sparse alla rettitudine del grande stampatore, come quando nella mia infanzia scoprii e aprii un favo silvestre nella montagna. Seppi allora che il miele selvatico che profumava sull’albero tormentato era stato disposto in cellule lineari. Così la segreta dolcezza fu preservata da una fragile e ferma geometria (Valparaíso, 1962).

Dall’intervista ad Enrico Tallone di Fabrizio Fanoti,
http://poesia.blog.rainews.it/2014/09/enrico-tallone-larte-di-fare-i-libri/
“I ricordi che serbo del grande poeta sono quelli di un uomo dalla voce d’agnello che amava la vita e stimava il lavoro cantandolo con parole coraggiose e comprensibili, che lo rendono universale. Figlio di un macchinista delle ferrovie cilene, fu entusiasta di trovare nel cortile dell’amico editore una locomotiva a vapore che mio padre aveva acceso in suo onore. Per questo a Isla Negra campeggia ancora oggi una locomotiva a vapore che volle posata davanti alla propria casa-museo”.

Vede la luce nel 1969, una nuova prima edizione, la copa de sangre, stampata a mano in 507 esemplari, che contiene anche l’ode Adios a Tallone, in onore dell’amico mancato pochi mesi prima all’età di 70 anni e che Neruda celebra con queste parole conclusive: “Addio, Alberto Tallone, grande editore, caro amico: prima portavi nei tuoi occhi la luce, ora in essi viaggia la notte. Ma nei tuoi libri, piccoli castelli dell’uomo, continuano a risplendere bellezza e chiarezza: da quelle finestre la notte non entrerà.”

Anche il Discurso de Stockholm, tenuto in occasione del conferimento del Premio Nobel (21 Ottobre 1971) uscì in prima edizione spagnola per i tipi di Tallone nel 1972, seguito poi dalla traduzione in italiano nel 1999.

La terza editio princeps in lingua italiana de Ode alla Tipografia (non in lingua spagnola, era già infatti apparsa un’edizione a Santiago del Cile nel 1956 per la casa editoriale Nascimento) è del 1983, ed esce dai torchi piemontesi in 156 esemplari, ben presto divenuti introvabili. Fu composta dai fratelli Aldo ed Enrico Tallone in ricordo del Poeta e a memoria del proprio padre Alberto. Fa parte de Le Odi elementari, importanti anche perché erano state ideate da Neruda durante il proficuo soggiorno caprese. Così scrive Pablo Neruda in chiosa al suo poema nella traduzione in italiano a cura di Giuseppe Bellini: ”Lettere,/ continuate a cadere/ come pioggia necessaria/ sulla mia strada./ Lettere di tutto/ ciò che vive/ e che muore,/ lettere di luce, di luna,/ di silenzio,/ d’acqua,/ vi amo,/ e in voi/ raccolgo/ non solo il pensiero/ e il combattimento,/ ma i vostri vestiti,/ i sensi/ e i suoni:/ A/ di gloriosa avena,/ T/ di trigo [frumento] e di torre/ e M/ come il tuo nome/ di mela”. Nonostante, quando i versi vennero scritti, l’incontro con lo stampatore fosse ancora lontano a venire, proprio in “Ode alla Tipografia” gli rende omaggio esplicito: dove A e T si riferiscono alle iniziali del futuro amico, mentre M allude all’amata Matilde. La ristampa di questa opera che ha fatto storia è del 2010, in 220 esemplari, con un nuovo carattere e un formato più agevole, il cosiddetto tascabile. A cura di Giuseppe Bellini, include il discorso inedito di Pablo Neruda in apertura della mostra talloniana allestita a Santiago del Cile nel novembre 1970, dal titolo “Omaggio al libro e ad Alberto Tallone”; il testo è infine completato da un saggio di Maurizio Nocera intitolato Il quando di Ode alla tipografia, e da una notizia tipografica di Enrico Tallone intitolata Il perché di Ode alla tipografia. Riportiamo ancora alcuni versi tratti da quest’opera che ci fanno intendere il legame che c’era tra il poeta cileno e la buona stampa: “Lettere lunghe, severe, /verticali,/fatte/ di linea/pura, erette/come l’albero maestro del naviglio/in mezzo/alla pagina/piena/di confusione e di turbolenza,/Bodoni/algebrici,/lettere/capitali/fini/come levrieri,/metallici martelli / dell’idioma. (…) /Lettere,/continuate a cadere /come pioggia necessaria/sulla mia strada. /Lettere di tutto/ciò che viive/e che muore,/lettere di luce, di luna,/di silenzio,/d’acqua, via mo/e in voi/raccolgo/non solo il pensiero/e il combattimento,/ma i vostri vestiti,/e sensi/ e i suoni.””

Dopo la morte di Neruda, Matilde inviò a Bianca Tallone l’inedito “2000”. Bianca, rimasta a condurre la casa editrice con due figli piccoli, si vide costretta per il momento ad accantonare il progetto e la prima edizione apparve per l’Editorial Losada di Buenos Aires nel 1974. Per i tipi Tallone “2000” fu invece pubblicato nel 2004, in occasione del centenario della nascita di Neruda, in un’edizione composta a mano e impressa in 360 esemplari su carta pregiata, che al suo interno riporta anche la commovente lettera di Matilde inviata insieme all’inedito il 26 novembre 1973.

Significativo e auspicabile sarebbe per il cinquantenario della morte di Neruda, nel 2023, una pubblicazione inedita, anch’essa talloniana.

Alberto Tallone (1898-1968), editore e tipografo italiano era figlio del pittore Cesare Tallone e della poetessa Eleonora Tango. Dal 1932 fu apprendista nella stamperia di Maurice Darantière a Châtenay-Malabry, risalente alla fine del XVIII secolo; nel 1938 la rilevò fondando la propria casa editrice, la Alberto Tallone Editore, con sede a Parigi. Dal 1957 trasferì la casa editrice nella proprietà materna di Alpignano, presso Torino. Nel corso degli anni sessanta gli fece visita Pablo Neruda, per il quale pubblicò tre opere in prima edizione mondiale. L’attività tipografica fu portata avanti alla sua morte dalla vedova, Bianca, e dai figli Aldo ed Enrico Tallone; attualmente è diretta da Enrico coadiuvato dalla moglie Maria Rosa e dai figli Eleonora, Elisa e Lorenzo.

Adiós a Tallone

Alberto Tallone e Pablo Neruda ad Alpignano

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Pablo Neruda con suo amico Alberto Tallone.

Pablo Neruda e Matilde Urrutia.

Pablo Neruda con Enrico Tallone, Alberto Tallone e Matilde Urrutia.

Matilde Urrutia, Pablo Neruda, Bianca Tallone e Giuseppe Bellini.

“Ai Tallone, i nostri cuori. Pablo e Matilde. 1967.”

Enrico Tallone.

Carta a Tallone
A-PabloNerudaelalocomotiva

Pablo Neruda e la locomotiva.

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Carta a Tallone
A-PabloNerudaelalocomotiva
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Sumario. Libro donde nace la lluvia (1963)

La copa de sangre (1969)

Discurso de Stockholm (1972)

Pablo Neruda: discorso de Stockholm (1972).
Colophon discorso de Stockholm.
Stamperia Famiglia Tallone.
Locomotiva. Foto di Dario Cantino (2020).

Si desti il taglialegna (1948)

NERUDA, PABLO.
Si desti il taglialegna.
Roma : Rinascita, 1951. 8 p. : ill. ; 28 cm.
Rarissimo estratto della Rivista Rinascita contenente il poema (precedentemente pubblicato nel Canto general) che nel 1950 ha anche vinto a Varsavia il Premio mondiale della pace per la letteratura; la traduzione è di Mario Socrate e di Dario Puccini. Le illustrazioni del testo sono del pittore Renato Guttuso, che aveva ritratto anche l’amico poeta durante una visita a Roma.