Diplomatico. Dottore in Studi Latinoamericani e Master in Relazioni Internazionali. Professore e scrittore.

Trascrizione del video di Abraham Quezada

Salve, cari amici. Da quella che fu la capitale del vicereame, da Lima, dal Perù, vorrei formulare un caloroso saluto alla Società dei Bibliofili Cileni e, in Italia, alla Società Bibliografica Toscana. Società che hanno organizzato questa magnifica mostra, la prima mostra virtuale cileno-italiana dedicata a “Pablo Neruda: 50 anni Premio Nobel per la letteratura 1971-2021”. In tale contesto, colgo l’occasione per salutare e ringraziare anche tutte le altre istituzioni che hanno contribuito al conseguimento di questo importante risultato, tra cui, in primis l’Archivio Storico Generale del Ministero degli Affari Esteri del Cile, dove lavoro, e in Italia, la Biblioteca del Centro Ignazio Cerio Caprense, che ebbi modo di visitare ed apprezzare alcuni anni orsono.

È fuor di dubbio che questa mostra virtuale rappresenti un evento non solo rilevante, straordinario, ma oserei dire anche profondo, in quanto ci parla di Neruda bibliofilo, che rappresentava una delle grandi passioni del poeta. Ci parla di Neruda e delle sue collezioni, Neruda in Cile e, infine, di Neruda in Italia. Queste tre dimensioni sono dimensioni molto amate dal poeta, che le ha vissuti profondamente. In relazione al suo ruolo di bibliofilo, ad esempio, mi limiterò a raccontarvi due aneddoti che ho avuto il privilegio di portare alla luce in alcuni dei miei studi già pubblicati. Il primo riguarda l’intenso carteggio che il poeta intreccia con l’accademico cileno Claudio Veliz, in modo che questi possa procurargli a Londra un vecchio e preziosissimo libro, intitolato Travels (Viaggi) di Amasa Delano. In tale corrispondenza, nell’agosto del 1963, Neruda disse a Veliz di essere disposto a pagare “qualunque prezzo gli chiedano” e a novembre dello stesso anno, ovvero solo un paio di mesi dopo, aggiunse: “Brucio dal desiderio di vedere e tastare quel librone”. Alla fine l’acquisto si concluse felicemente e il poeta poté avere il libro. Quando gli arrivò il libro, il poeta ne fu immensamente lieto e diede un ricevimento a Isla Negra per tutti i suoi amici.

Un altro aneddoto simile riguarda i suoi disperati e insistenti tentativi di acquisire, avvalendosi dell’intermediazione dei suoi amici peruviani, una copia del libro di Flora Tristán, Peregrinaciones de una Paria, nella sua edizione originale, in francese, del 1838. Vi erano naturalmente in Cile altre edizioni del libro. Anche Ercilla Press, negli anni ’40, ne aveva pubblicato un’edizione e ce n’erano altre due pubblicate che il poeta avrebbe potuto tranquillamente leggere. Però no! Lui voleva l’edizione originale in francese. Perché l’ha voluta così fortemente? Perché a parte il gusto del libro antico, da annusare, toccare, tastare (come scrisse Neruda in una delle sue lettere), Flora Tristán, aveva raccontato del suo passaggio attraverso Valparaíso, e delle bugie e degli aneddoti che a quell’epoca circolavano nel nostro storico porto. Pertanto, il poeta lo volle nella sua edizione originale. Pertanto, il contributo documentale che Voi avete realizzato con tanta cura, con tanto amore, potrà contribuire a celebrare giustamente l’impegno intellettuale di Neruda e il suo amore per i libri, dando conto del suo intenso mondo poetico, di cui molto è ancora da scoprire.

Fortunatamente per noi, ricercatori e studiosi, l’universo nerudiano è un universo in espansione. Il contributo che la Società dei Bibliofili Cileni sta fornendo per esporlo in maniera estremamente professionale e renderne possibile l’ampia condivisione (che in fondo che è l’obiettivo finale che tutte le persone e le istituzioni dedite a ciò dovrebbero avere) rappresenta uno sforzo veramente encomiabile. Se il poeta fosse ancora vivo, sarebbe indubbiamente lieto di questa iniziativa. Ci auguriamo che in futuro l’evento possa ripetersi una seconda, una terza, una quarta volta e così via. In chiusura, consentitemi un’ultima riflessione su Neruda e il Premio Nobel. Come sapete, il Premio Nobel concesso a Neruda è stato il secondo Premio Nobel per il Cile e il terzo per l’intera America Latina, dopo quelli di Mistral nel 1945 e di Miguel Ángel Asturias nel 1967. Però, forse non sapete che Neruda era stato candidato a questo riconoscimento sin dalla fine degli anni ’40. Nel 1964, il poeta fu profondamente commosso quando venne a sapere della rinuncia al premio da parte di Jean Paul Sartre. Nella lettera inviata a Stoccolma, il filosofo francese tra le altre cose scriveva “Non sono degno di ricevere questo riconoscimento fino a quando non sia stato assegnato a poeti del calibro di Neruda”. Alla fine, il poeta ricevette il Nobel. Perché gli fu assegnato? Certamente in virtù del suo talento e della sua carriera. Certamente, ma anche grazie alla sua perseveranza, perché era tenace e perché credeva ed era convinto di meritare un tale riconoscimento. Così è grazie mostre come questa, che mi pare rendano merito ad un universo così ricco e, lo ripeto, in espansione, come quello di Neruda, che il poeta, fortunatamente per tutti noi, potrà continuare a offrirci queste gioie. Nel rigraziarVi infinitamente per quanto avete fatto, Vi saluto calorosamente da Lima. Grazie.